Pensi davvero di essere tu a decidere?

Cosa rivela la neuroscienza sull’origine delle nostre intenzioni e decisioni? Gli esperimenti di Benjamin Libet mostrano che le decisioni nascono prima della coscienza. Un articolo chiaro e profondo su libero arbitrio, inconscio e crescita interiore. Perfetto per chi cerca equilibrio, consapevolezza e sviluppo personale.

Cristina Penna

5/18/20252 min read

Il paradosso della libertà interiore tra neuroscienza e consapevolezza

Siamo abituati a pensare che ogni nostra decisione sia frutto di una scelta consapevole della quale noi siamo responsabili.

O, al contrario, potremmo ritenere che il destino cinico e baro e la sorte avvera e crudele giochino contro di noi e che noi non abbiamo potuto avere alcun controllo sugli eventi.

In parte entrambe queste due posizioni sono vere. E non lo è nessuna.

Quindi non è tutta colpa tua.

Ma è anche colpa tua

Immagina questo: stai per allungare la mano e prendere un libro.
Pensi: “Lo voglio leggere, lo prendo.”
Ma… secondo alcuni famosi esperimenti, il tuo cervello aveva già deciso di farlo prima ancora che tu fossi consapevole di volerlo fare.

Diversi studi neuroscientifici infatti — tra cui i celebri esperimenti di Benjamin Libet — ci mostrano che il nostro cervello decide prima di noi.

Durante uno di questi esperimenti, Libet chiese a un gruppo di persone di muovere la mano quando sentivano di volerlo fare. Intanto, un apparecchio (EEG) registrava cosa accadeva nel loro cervello.
Il risultato fu sorprendente:
prima ancora che i partecipanti avvertissero coscientemente l’intenzione di muoversi, nel cervello si era già attivato un impulso.

In pratica, il cervello aveva "deciso" prima della mente consapevole.

Secondo lo psicologo Guy Claxton, questo dimostra che le intenzioni non nascono dentro la coscienza, come pensiamo.

“Nessuna intenzione si genera nella coscienza. Nessun piano si trova là. Le intenzioni sono premonizioni, icone che lampeggiano agli angoli della coscienza per segnalare cosa sta probabilmente per accadere.”

Sarebbero quindi segnali dell’inconscio che affiorano, e che solo dopo vengono “tradotti” dalla mente razionale in pensieri come: “Penso che lo farò”, oppure “Questa scelta è mia.”

Anche William Irvine, nel suo libro Del desiderio. Che cosa vogliamo e perché, sottolinea questo meccanismo invisibile: “Le nostre scelte non si formano in modo conscio e razionale. Traboccano dalla nostra mente inconscia e quando finalmente raggiungono la superficie, ne prendiamo possesso.”

Sembra una provocazione, ma è anche una grande verità.
Secondo Libet, non possiamo controllare coscientemente l'origine dell’impulso, ma possiamo decidere se seguirlo o no. Possiamo scegliere di agire, oppure di fermarci. E questo dipende dalla nostra volontà, da quanto siamo consapevoli e da come sappiamo dialogare con il nostro inconscio.

Un esempio: scegliamo sempre lo stesso tipo di parner, e va sempre a finire nello stesso modo. Non è compa tua, ma è comunque una tua resposabilita: l'impulso ti porta ad una scelta facile, familiare, ma tu poi sempre decidere di non seguirlo.
La libertà, non è nel creare l’intenzione, ma nel rispondere consapevolmente a ciò che emerge.

Fantastico, ma come?

Questa è la domanda entropica per eccellenza. Yoga, meditazione, psicologia, breathwork ci servono appunto per aumentare la nostra consapevolezza, metterci in contatto con l'inconscio ed instaurare un dialogo che porti ai risultati desiderati.

Il tutto sta nel prendere contatto con chi decide dentro di noi, prima che la mente lo sappia.

A sentire prima che la mente pensi.

Ad accorgerci di ciò che sta già muovendosi, dentro.

Forse è proprio lì che si apre uno spazio nuovo:
non per controllare, ma per
stare in relazione con ciò che nasce in noi.

Ti interessa capire come relazionarti con il tuo inconcio per capirti meglio e prendere in mano la tua vita?

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PS gli articoli sono scritti da Cristina Penna, non dall'AI